Se siete amanti del vino, quasi sicuramente vi sarete imbattuti nei vini passiti. C’è chi li ama e chi, invece, non riesce proprio a mandarli giù. Ma c’è così tanto da sapere, e da provare, che è difficile rimanere indifferenti quando si prova il vino passito giusto.
Ciò che salta all’occhio, quando si esamina una carta dei vini, è proprio il prezzo dei vini passiti, spesso superiore agli altri presenti. Ma perché? Cosa nascondono di tanto prezioso? E dopo un acquisto “importante”, con cosa è meglio abbinarlo? Scopriamolo insieme.
Che cosa sono i vini passiti?
Come si può già evincere dal nome, sono dei vini prodotti tramite un processo di appassimento a cui sono sottoposte le uve. Questo è il passaggio fondamentale che lo differenzia da altri vini e può avere due varianti:
- appassimento naturale, ovvero eseguito direttamente sulla pianta;
- appassimento dopo la raccolta, cioè eseguito dopo la vendemmia.
Nel caso dell’appassimento naturale, si parla anche di vini prodotti da “vendemmia tardiva”. Per avere dei vini passiti “ad hoc”, per così dire, si utilizza quasi sempre il secondo metodo, in cui i grappoli vengono esposti in luoghi adibiti all’essiccazione o direttamente al sole. Così facendo, col grappolo separato dalla pianta, i passiti conservano un maggior livello di acidità. Elemento imprenscindibile per un vino passito corposo ma equilibrato è infatti l’acidità, essenziale affinché i non risultino stucchevoli.
Risalire all’origine della storia dei vini passiti è quasi impossibile. Sappiamo per certo che Omero ne descrisse una versione arcaica come “perla dell’antichità“, riferendosi per l’appunto a vini dolci. I vini passiti, infatti, hanno sapori morbidi, dolci e intensi; la pratica di far appassire le uve era già nota ai tempi dei Fenici e degli Egizi.
Perché i vini passiti sono spesso costosi?
Durante il loro processo di appassimento e di fermentazione (a basse temperature), i vini passiti perdono molta acqua (fino al 50% e, a volte, anche di più). Ciò comporta, come si può immaginare, che la produzione sia molto esigua. Questa particolarità, unita al lungo processo di produzione, fa lievitare il prezzo rispetto ad altri vini.
Non tutti i vini passiti sono dolci. Esistono, infatti anche, passiti secchi le cui uve vengono appassite per poi essere vinificate.
In commercio possono essere trovati anche passiti liquorosi, a cui viene successivamente aggiunto alcool etilico per aumentarne la gradazione alcolica e le proprietà di conservazione.
I vini passiti sono dunque una varietà pregiata, adatta ad ogni gusto. Ma adatta anche ad ogni occasione?
Come abbinarli
Se si acquista un vino passito classico, il suo abbinamento clou è sicuramente con i dessert. Attenzione però! Sceglietene uno molto dolce, in quanto per apprezzarlo al meglio deve essere più zuccheroso del dessert scelto.
Ottimo abbinamento anche con i formaggi erborinati e moto stagionati, come il gorgonzola o il castelmagno.
Nel caso in cui volessimo abbinarli ai pasti principali, la scelta deve ricadere sulle loro varianti secche.
I vini passiti sono ottimi anche da gustare in solitaria, magari da accompagnante a un buon libro o, perché no, per arricchire una conversazione tra amici.