Skip to content Skip to footer

Sommelier di Roma: “i vini? Non solo profumi”

Continua la nostra rubrica dedicata al mondo dei sommelier di Roma, alla loro passione e visione del vasto mondo del vino. Il nostro “ospite” d’eccezione, in quest’intervista, è Francesco Radiciotti che sarà, insieme a Margherita Venetucci, uno dei sommelier che ci accompagnerà nel nostro Corso di Avvicinamento al Vino su Roma.

Un percorso che per Francesco è iniziato per caso, circa quindici anni fa. Agente di commercio nel settore dei complementi d’arredo, un giorno in azienda arrivano dei bicchieri di degustazione che catturano la sua attenzione. Da lì inizia il passaparola con personalità che gravitano nel settore dei sommelier, e ciò che era nato per gioco diventa per lui una seconda attività come sommelier di Roma. Oggi, infatti, è docente presso la FISAR (Federazione Italiana Sommelier Albergatori Ristoratori) e la sua passione lo ha portato a scrivere libri e a curare personalmente degustazioni ed esperienze con protagonista il vino.

Ciao Francesco, ti va di raccontarci cosa ti guida, oggi, in questa passione e nel tuo percorso da Sommelier?

Oggi come allora, ciò che mi guida è il piacere che intercorre tra il buon cibo e il buon vino. Capace di far nascere, intorno a una tavola, quell’aria conviviale che di solito si crea dopo il terzo bicchiere. È incredibile rendersi conto di quanto, attorno al vino, si possa approfondire la propria conoscenza su un territorio e le tradizioni che lo abitano. Dietro ogni bottiglia c’è una storia, che non è un’esclusiva solo delle grandi etichette.

Non a caso su queste storie hai dedicato un libro, dal titolo “I Vini del Vulcano”!

Esatto. Nel libro parto dalla storia del vulcano dei Castelli Romani, che condivide la stessa faglia sotterranea del Vesuvio e dell’Etna. Un territorio poco conosciuto, pur essendo a pochi metri da Roma; casa di cantine che ho visitato e selezionato. Molte producono il Frascati, che però i romani non considerano un vino di grande qualità, quando invece è un vino capace di dare grandi soddisfazioni.

Quando faccio qualche lezione chiedo infatti ai partecipanti quali vini bianchi conoscono, e il Frascati viene raramente menzionato. Così ho iniziato a intervistare le aziende produttrici per saperne di più. E il libro è nato da sé.

Ho sentito dire che organizza delle speciali degustazioni “a casa”, ma si intende proprio casa tua?

Sì! Ho un salone che può ospitare circa una quindicina di persone, con cui organizzo degustazioni. Penso a tutto io: scelgo un vino, un territorio di riferimento o un tema, e invito le persone che potrebbero essere interessate. Mia moglie cucina tutto fatto in casa, ci si divide le spese e, insieme ai partecipanti, si passa una serata diversa.

E a chi vorrebbe intraprendere questo percorso, cosa vorrebbe consigliare?

Consiglio di non fermarsi solo ai vini blasonati: non è necessario spendere molti soldi per gustare un buon vino. Da qui può partire un nuovo percorso; per comprendere appieno come fare per bere vini di qualità senza spendere tanto ci vuole cultura e informazione. Essere Sommelier significa capire le realtà territoriali, capire come bere e degustarle al meglio, e come riconoscere un lavoro fatto bene. Per fare tutto questo c’è bisogno di capacità, di conoscenza particolare. I corsi sono una buona base di partenza, ma poi bisogna lanciarsi sul campo, bevendo e parlando coi produttori.

Ultima domanda: cosa dovrebbero aspettarsi i nostri corsisti di Roma?

Proprio questo: che degustare non significa solo sentire i profumi (anche se è una parte importante), ma comprendere un vino nella sua totalità. Capire i suoi livelli di evoluzione e di qualità. Lo impareremo nel modo più divertente possibile: creeremo un nuovo gruppo fatto di amicizie, divertimento, da incrociare fuori dal lavoro all’insegna del buon bere, del buon cibo e del relax.

Non sentitevi scoraggiati se non imparerete a capire i profumi di un vino al 100%, non è questo l’importante: l’importante è imparare a gustarlo!

it_ITItalian