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Cantine Astroni: intervista a Cristina Varchetta

In occasione della visita guidata di domenica 16 marzo, Terre d’Origine intervista Cristina Varchetta, responsabile della comunicazione e dell’accoglienza alle Cantine Astroni, giunte oggi alla quarta generazione.

Tra Napoli e Pozzuoli, alle pendici del cratere degli Astroni, sorgono le omonime Cantine Astroni. In una terra che fu riserva di caccia dei Borboni e che oggi è oasi naturale del WWF, incontra il destino e la passione della famiglia Varchetta, fondatrice di Cantine Astroni, nel 1892 e che nel 1999 assume il suo attuale assetto. Abbiamo fatto una chiacchierata con Cristina Varchetta, appartenente alla quarta generazione della famiglia e che ha condiviso con noi curiosità, chicche storiche e un anticipo di quelli che i nostri affezionati al corso di Avvicinamento al Vino (ma non solo) proveranno durante la visita guidata di domenica 16 marzo.

Ciao Cristina, ci spieghi un po’ il tuo ruolo “ufficiale” alle Cantine Astroni? 

Il mio ruolo è occuparmi della comunicazione e dell’accoglienza in cantina. Ho fatto esperienze anche fuori dalle Cantine Astroni, specializzandomi nell’accoglienza in cantina. Sono sommelier AIS da più di tre anni, ho studiato e conseguito il master Alma Ais alla scuola internazionale cucina Alma e dal 2022 ho ottenuto il secondo livello WSET. Ma non mi sono fermata e sto conseguendo anche il terzo livello, di cui sto aspettando il risultato degli esami.
Dal 2017 ho creato una piccola associazione dove appunto faccio tour enogastronomici e dal 2022 ad oggi ho intrapreso un percorso all’ILAS, la nostra scuola napoletana di grafica e design, scegliendo di fare un percorso di digital marketing. 

Con la tua esperienza, ci spieghi un po’ cosa vuol dire vini autoctoni e a piede franco?

Per spiegarlo devo partire da lontano, ovvero alla fine ‘800 in cui c’è stata l’importazione, dall’America, di un afide, aéfilossera per la precisione (pidocchi delle piante, n.d.r.), che è andato a distruggere il patrimonio ampelografico mondiale. Questo perché nei terreni più compatti, come quelli calcarei, l’afide va a scavare un tunnel che colpisce la radice della pianta facendola morire.

Nei nostri territori, vulcanici di matrice sabbiosa, questo processo non è avvenuto, in cui troviamo per l’appunto le viti a piede franco (con radici proprie), ovvero senza l’innesto americano che è nato per sopperire a questo problema. Nelle zone dei Campi Flegrei, dove sorgono le Cantine Astroni, siamo fortunati e queste viti a piede franco sono un patrimonio unico al mondo. Ciò ci riporta al termine autoctoni, ovvero vini nati dalla zona storica di origine del vitigno stesso, quindi non trapiantato.

In che modo Cantine Astroni coniuga le moderne tecniche di coltivazione all’enologia tradizionale?

Salvaguardiamo il patrimonio eonico proprio con l’utilizzo dei vitigni autoctoni locali, come la Falangina e il Piedirosso. Coniughiamo questa lunga tradizione portando, noi della quarta generazione, gli studi fatti fuori dalle Cantine Astroni. Il tutto, ovviamente, con l’aiuto della terza generazione, che ci permette di esaltare la tradizione e con l’innovazione. È un aspetto per noi molto importante, in ogni aspetto: possiamo dire che è il cuore pulsante della nostra azienda, la nostra forza… in assoluto.

Promuove anche una grande varietà di attività: puoi illustrarcele un po’ nel dettaglio?

Quando fu fondata Cantine Astroni fu pensata proprio per accogliere le persone. Nel corso degli anni l’accoglienza in cantina si è trasformata: se prima era un caso sporadico, oggi le persone vogliono fare esperienze in cantina, conoscere il territorio e quindi le porte della cantina sono sempre aperte dal lunedì al sabato e ci sono vari turni di prenotazioni.

Abbiamo quattro visite standard, in cui varia il vino da degustare con l’abbinamento del cibo. Il percorso però parte sempre dalla vigna fino alla cantina, perché per noi è fondamentale raccontare l’intero processo che avviene nella nostra azienda. Per noi, ad oggi, è fondamentale perché i vini che si possono provare sono tutti buoni e particolari a loro modo, quindi di cosa ha bisogno il consumatore finale? Del fattore umano, conoscere chi c’è dietro quella bottiglia, capire il lavoro che viene fatto.

Cosa troveranno, e proveranno, i nostri corsisti in visita?

La visita è impostata, di suo, come un’esperienza a 360 gradi che parte dalla zona della vigna, dove raconteremo il territorio, le varietà coltivate, con un affaccio privilegiato sul cratere degli Astroni. Poi, una volta in cantina, spiegheremo e racconteremo come noi vediamo questi vini, i loro elementi, il percorso che seguono fino all’imbottigliamento. 

Faremo poi una degustazione dove andremo ad assaggiare il nostro Astro, la nostra bollicina Made in Naples, prodotta col metodo martinetti ed è 100% falangina Capi Flegrei. Poi andremo a provare la nostra Colla Imperatrice e la nostra colle rotondella, rispettivamente Falanghina e Piedirosso dei Campi Flegrei. Ad accompagnare il tutto una selezione di sfizioserie e prodotti locali, come la pizza di scarole preparata da mamma, ormai diventato un must per tutti i nostri affezionati!

 

Se siete curiosi di provare in prima persona i prodotti e le attività di Cantine Astroni, partecipate insieme a noi alla visita del 16 marzo 2023. Vi aspettiamo!

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